SCHEDA BIOGRAFICA AUSTACIO BUSTO

Nato nel 1965 a Lachen, in Svizzera, dal 1987 partecipa assieme a un’equipe italo-francese agli scavi di Castelfiorentino, in provincia di Foggia nel territorio di Torremaggiore, nel luogo in cui si ritiene sia morto Federico II.

Sempre nell’ambito di questa collaborazione dell’Università di Bari con l’École Française de Rome, nel 1988 partecipa in Francia a una campagna di scavo nei pressi di Montbrison.

L'attività di ricerca di Busto in questi anni è rivolta allo studio di oggetti che consentono di ricostruire la vita quotidiana dell’epoca medievale e che nella letteratura accademica si chiamano piccoli oggetti o “small finds” e possono essere in osso, terracotta e metallo: bottoni, fibbie, cerniere per la rotazione delle porte e delle finestre,

Nell’aprile 1991 comincia il suo primo scavo retribuito presso Belmonte, una basilica paleocristiana situata tra Cassano e Altamura. Da lì inizia una serie di collaborazioni con la Soprintendenza Archeologica e quella ai Beni Architettonici.
In ambito accademico con l’Università, dal 2000 è responsabile del cantiere degli scavi archeologici di Siponto (Manfredonia).

Grazie all’esperienza acquisita negli anni, dal 2004 e per quattro anni accademici è docente a contratto presso il Corso di Laurea “Tecnologia e diagnostica per il recupero dei beni culturali”, appartenente al dipartimento di Geomineralogia del Campus di Bari, insegnando Metodologia della Ricerca Archeologica.

In qualità di socio della cooperativa CAST e del consorzio IDRIA, nel 1999 lavora presso la masseria fortificata di Torre Alemanna, nel territorio di Cerignola e partecipa al ritrovamento di  un butto, ossia un immondezzaio,  recuperando così almeno cinquecento pezzi più o meno integri di ceramica rinascimentale. Su questi ritrovamenti Busto tenne seminari sia alla Sorbona di Parigi che all’università di Bamberga.

Nel 1992 viene eletto consigliere comunale del Comune di Acquaviva delle Fonti per il Partito democratico della sinistra e siede tra i banchi dell'opposizione in un momento di svolta per la città: "La crisi di Tangentopoli a livello nazionale, il coinvolgimento della nostra comunità nelle vicende dell’organizzazione criminale “La Rosa” e lo sgretolamento del Pentapartito acquavivese favorirono la costituzione di una giunta di larghe intese. Unici consiglieri d’opposizione, io e Liborio Milano". (Acquavivalive, 29 novembre 2010).

Nella primavera del 2013 viene nominato dal sindaco Vitantonio Petrelli assessore alla Cultura e  alle Politiche giovanili. In questa veste promuove vari eventi e, in particolare, si occupa della trasformazione dell'ex carcere mandamentale in un centro sociale giovanile che ospiterà vari artisti e musicisti, tra i quali, nell'ambito del festival "Meridionali", il popolare cantautore e cantastorie Enzo Del Re, che non si esibiva in pubblico da diversi anni. Il centro sociale fu inaugurato con una mostra sulla pace. Dopo pochi mesi, tuttavia, si dimette da assessore, in polemica con la vecchia classe politica che amministrava la città e non riusciva a porsi in discontinuità con i metodi clientelari che per anni avevano contraddistinto la politica cittadina. "Mi resi conto di come le mie utopie si scontrassero con una realtà abituata “a favorire” l’amicizia e i legami a scapito del merito e della convenienza". (Acquavivalive, 29 novembre 2010)

Nel 2000 diventa segretario cittadino dei Ds, carica che mantiene fino al 2005.

Intanto si afferma come  archeologo medievista e diventa dottore di ricerca in “Storia dell’Arte Comparata dei Paesi Mediterranei dal Medioevo all’Età Moderna”. È inoltre collaboratore esterno della cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Bari.
Nel 2001 scopre, durante una campagna di scavi ad Acquaviva, la torre ottagonale pre-esistente al Palazzo De Mari, di epoca medievale, visitabile oggi in piazza dei Martiri.

Nel 2013 viene nominato vicesindaco e assessore ai lavori pubblici dal sindaco Davide Carlucci, a capo di una coalizione civica di centrosinistra. Da assessore segue numerose opere pubbliche come la realizzazione dell'impianto di affinamento delle acque reflue a scopi irrigui, il Museo archeologico civico, la rigenerazione urbana di piazza dei Martiri e di altre due piazze del centro storico, la ristrutturazione di diversi edifici scolastici cittadini. Nel 2015 si fa promotore anche dell'ingresso di Acquaviva nell'associazione nazionale dei Borghi autentici d'Italia, del quale viene eletto delegato regionale per la Puglia.

Nello stesso anno diventa anche protagonista di un episodio di cronaca che verrà alla luce due anni dopo: finge di accettare la prima tranche da 5000 euro di una tangente da parte di un imprenditore interessato ad aggiudicarsi l'appalto per la ristrutturazione del Teatro comunale Luciani ma la sera stessa avverte i carabinieri e il sindaco e dal giorno dopo registra gli incontri per svelare il piano corruttivo. In questo modo consente alla procura della Repubblica di Bari di avviare un'intensa attività investigativa che sfocia, nel luglio del 2017, nella cosiddetta "tangentopoli della Murgia": i militari del Comando Nucleo Polizia Tributaria di Bari della Guardia di Finanza e del Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle eseguono due ordinanze di custodia cautelare che svelano condotte di corruzione di pubblici ufficiali ed alterazione delle procedure di affidamento di opere pubbliche nel settore degli appalti che hanno interessato i comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura e Castellana Grotte per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro. Undici persone vengono arrestate. "In lacrime – racconta Busto in un'intervista – ho detto agli investigatori che non mi interessava di me, ma che avrebbero dovuto garantire massima sicurezza alla mia famiglia“. “La gente – spiega ancora nell'intervista – ha bisogno ancora di buoni esempi“. E precisa: “È molto più facile dare giudizi dalla tastiera: denunciare una tangente non è facile. Io l’ho fatto perché non avrei più potuto guardare i miei figli come oggi posso fare” (Il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2017).

Nonostante il suo ruolo di accusatore nell'inchiesta, si impegna con l'amministrazione a portare a termine i lavori del teatro - commissariati grazie all'intervento del presidente dell'Anac Raffaele Cantone - che sarà poi inaugurato nel 2022.

Nell'aprile del 2018 il vicesindaco di Acquaviva, poco prima di dover testimoniare nel processo, denuncia un episodio inquietante: una lettera minatoria in greco antico con un riferimento preciso a Paride, figura della mitologia greca di cui il figlio porta il nome. Gli autori delle minacce non sono mai stati individuati.

Nel giugno del 2018 Busto si candida alle elezioni amministrative e viene eletto consigliere, per poi dimettersi e assumere nuovamente la carica di vicesindaco.
Per la sua coraggiosa azione di denuncia, il 13 settembre del 2018,  Busto riceve a Roma, insieme al sindaco Carlucci, la menzione speciale del riconoscimento alla memoria di Pio La Torre, organizzato da Avviso Pubblico, Cgil e Federazione nazionale della stampa italiana, finalizzato a valorizzare esempi di alto valore civile e politico, aventi come protagonisti sindacalisti, amministratori locali e giornalisti, nella prevenzione e nel contrasto alle mafie, alla corruzione e all’illegalità.

Nel febbraio del 2019 tuttavia gli viene diagnosticata una grave forma di tumore. Ciò nonostante continua la sua attività amministrativa realizzando importanti opere pubbliche come l'inaugurazione del museo archeologico, nell'ottobre del 2020, e continuando a intervenire in qualità di studioso su riviste d'arte. Un anno dopo, il 20 ottobre del 2021, il male di cui soffriva lo stronca. La sua città proclama il lutto cittadino. I quotidiani (Quotidiano del Sud, La Repubblica) parlano di lui come di un "eroe civile" che "amava la bellezza".
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