Alcuni reperti in realtà virtuale 3D

Oinochoe trilobata a fasce

Misureh 16,8; ø piede 6,7
Luogo e cronologiaLocalità Salentino - Tomba n. 19. VI secolo a.C.

La oinochòe (in greco oinos, vino; e chéo, verso) è una brocca per il vino, con bocca espansa, apertura profonda e robusto manico posteriore. Nelle scene di banchetto, sulla ceramica dipinta, l'oinochòe è raffigurata nella sua funzione di versare nelle coppe il vino attinto dai crateri. Si tratta di una forma diffusissima, presente negli esemplari più antichi dell’area greco-egea dal X secolo a.C. La oinochòe presenta spesso un orlo a tre lobi, meno frequentemente circolare, e può essere di forma allungata o tondeggiante; in qualche caso può essere sagomata a forma di animale o antropomorfa.
L'oinochòe decorata con fasce di vario spessore si diffonde in Peucezia particolarmente tra il VI e il IV secolo a.C., grazie agli scambi commerciali con le vicine colonie della Magna Grecia, Taranto e Metaponto. Questa decorazione è una forma semplificata dei motivi geometrici che dal mondo greco si diffondono nel Mediterraneo a partire dai primi secoli del II millennio a.C., costituendo la base del repertorio decorativo più utilizzato dai ceramografi delle culture indigene locali, tra cui quella peucezia.

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